Avere un blog significa esprimere il proprio punto di vista
e condividerlo con altre persone che a loro volta daranno la propria opinione
riguardo l’argomento trattato, significa creare una comunità in cui ci si
arricchisce con la riflessione e con la conoscenza altrui, significa intessere
relazioni. Il libro La scuola davanti al
blog di Chiara Friso (2009, Società Editrice Internazionale, Torino)
realizza un excursus a tutto tondo sul mezzo tecnologico applicato alla
didattica e in maniera agevole indica con esempi concreti metodologie per
associarlo alla vita scolastica.
La particolarità innovativa del blog ed in generale dei
media dell’era 2.0 è di personalizzare la comunicazione: è l’utente a scegliere
quello che dire, come farlo e a chi farlo leggere.
“La maggiore semplicità e usabilità dei prodotti tecnologici, la loro rapida e capillare diffusione, le nuove applicazioni e contemporaneamente lo sviluppo culturale e sociale hanno reso possibile il passaggio da una Rete monopolizzata ai vertici e appannaggio di pochi a una Rete dove ciascuno democraticamente ha diritto di espressione. A queste condizioni il Web si può sviluppare come luogo nel quale gli individui svolgono il ruolo di utenti, progettisti e autori partecipando con gli altri alla costruzione del puzzle dinamico ed implementabile del sapere collettivo” (ibidem, p.29)
I blog servono per costruire reti informali, costruire
legami sulla base di interessi, organizzare uno spazio personale nel quale
esprimersi liberamente. Se si pensa al quotidiano e alla facilità di accesso a
Internet di ognuno di noi, si manifesta l’urgenza di utilizzare queste nuove
tecnologie nella prospettiva di Life Long Learning. Si entra nel web in maniera
routinaria e si assimilano informazioni in maniera quasi inconsapevole:
scommettere su Internet in campo educativo diviene quasi doveroso.
L’apprendimento autonomo viene favorito dalla personalizzazione della rete e
allo stesso tempo aumenta le possibilità di scambio, cooperazione, condivisione
di contenuti. Ovviamente esistono anche numerose criticità: il numero
impressionante di informazioni, l’attendibilità delle risorse, la
superficialità delle argomentazioni.
Gli insegnanti potrebbero creare delle micro comunità
virtuali per fare compiti, seguire meglio lezioni, favorire lo scambio
informale tra gli alunni; allo stesso tempo il blog può essere utilizzato in
maniera analoga tra docenti per un ripensamento collettivo sull’azione
educativa.
E’quello che facciamo con Educhiamo e di questa esperienza
mi arricchisce il confronto e la voglia di ricerca. Facciamo crescere la
comunità e investiamo sul 2.0!
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