lunedì 2 aprile 2012

Togliere il pannolino? Si può!


Avere il pannolino significa avere un ingombro nei movimenti a tempo pieno, significa avere sempre bisogno di un adulto che ti cambi quando ti sporchi, significa sentirsi a disagio. Allo stesso tempo però è anche un vantaggio: non occorre distogliersi dal gioco quando si sente lo stimolo della pipì, essere cambiati prevede un contatto fisico con l’adulto che fa sentire coccolato.

Per il bambino riuscire a raggiungere il controllo degli sfinteri è una conquista di indipendenza inestimabile.
Non esiste un’età precisa arrivati alla quale scatta la voglia di usare il water: a mio parere, è meglio iniziare a tentare quando il bambino comincia a comunicare verbalmente i propri bisogni e quindi dai 18 mesi circa in avanti.

K. Amant, Anna impara ad usare il water, Clavis editore
Non esiste nemmeno una ricetta con la quale siamo sicuri di liberarci per sempre dal pannolino: ogni bambino ha la sua storia e le sue necessità. C’è chi passa direttamente al water dei grandi, c’è chi usa il vasino, c’è chi ha bisogno di indossare il pannolino solo in alcuni momenti.

Vero è che la stagione calda aiuta: gli indumenti sono più leggeri e facilmente lavabili e per i bimbi una doccia in più è solo un sollievo dall’afa estiva.

La cosa a mio parere più importante è l’osservazione prima e la determinazione poi. Riuscire a capire quando è il momento giusto per andare alla conquista del bagno dei grandi è fondamentale: è consigliabile non farlo a ridosso di altri cambiamenti (passaggio alla scuola infanzia, arrivo di un fratellino, abbandono dell’oggetto transizionale). Questa valutazione implica un grosso sforzo e una grossa obiettività da parte dell’adulto.

Quando poi si intraprende la nuova avventura, mantenere un atteggiamento sereno è altrettanto necessario: colpevolizzare il bambino, pretendere da lui che non si sporchi comporta una dose di frustrazione eccessiva da sopportare. In caso di defaillance però tornare indietro per comodità è altrettanto nocivo: i piccoli sono confusi da atteggiamenti ambivalenti e non continuativi.

Il cambiamento dovrebbe cominciare a casa e poi all'asilo si prosegue rendendolo un'esperienza condivisibile con gli altri compagni. Propongo sempre di accompagnare questo rito con una canzoncina (quella degli Angioletti che scesero dal cielo per fare la pipì diverte sempre) e la lettura di un libro a tema.

Nessun commento:

Posta un commento