giovedì 17 aprile 2014

Arte al nido

Negli ultimi anni si sta diffondendo un interesse particolare per programmazioni di asilo nido, che hanno come oggetto l'arte e tutti i suoi derivati. Sono veramente adatte per i bambini in questa fascia di età? Che spunti possono offrire?

Ovvio che non si tratta di tradizionali lezioni di storia dell'arte e di iconografia classica. Il segreto sta nel "prendere spunto", nel ragionare su quello che l'arte ha da offrire per adattarlo all'asilo nido e ai bambini di ogni singola sezione.

Diversi testi pedagogici sull'organizzazione degli spazi e sulla gestione della vita al nido consigliano di mettere il bello a disposizione dei bambini. E cos'è il bello, se non l'arte?! In Cosa faremo da piccoli, Penny Ritscher descrive un angolo destinato ad accogliere le meraviglie che i bambini incontrano nel giardino del nido, a casa. Una sorta di esposizione di tesori provenienti dalla quotidianità: quanti artisti contemporanei hanno lavorato e lavorano su questo concetto? In realtà, è proprio l'atteggiamento di osservare, di tenere gli occhi aperti e di andare oltre alla realtà a essere una bella abitudine per i piccoli, ma anche per gli adulti.

In altri testi pedagogici, come ad esempio in quelli di Catarsi, si raccomanda di far fruire di opere d'arte ai bambini. Quadri fatti da qualche educatore con attitudini artistiche, riproduzione di immagini famose o libri che mostrino raccolte museali possono essere più che sufficienti per rendere familiare l'arte al bambino, già in tenera età. Oltre al lato estetico, si può agire su quella lettura delle immagini che sta alla base degli albi illustrati: ogni tela può diventare una storia. Provate a metterla davanti a un bimbo di 28 mesi e chiedetegli di raccontare: la favola verrà da sè. Ci ho provato con gli "scarabocchi" di Mirò e sono venute fuori delle narrazioni fantastiche. Provate per credere! ;)


Ci sono poi le tecniche grafico pittoriche da cui trarre qualche idea. Bruno Munari è un artista a tutto tondo e spesso ce ne dimentichiamo, ma se sfogliamo qualche suo libro, quante idee ci verranno in mente! Prima fra tutte la rosa fatta con lo stampo di insalata, ad esempio. Io comunque vi propongo 5 tecniche da rielaborare:

  1. Il dripping di Jackson Pollock è la tecnica caratteristica del pittore statunitense, secondo la quale il colore deve essere lasciato sgocciolare sulla tela. In che modo? Inventiamocelo: strizzando una spugna intrisa di tempera, spruzzandolo con spruzzini riempiti di acqua colorata, possiamo tenere il foglio in terra per facilitare la colatura dal pennello. Sarà comunque divertente vedere la goccia che si allarga sul foglio e l'effetto sarà davvero unico.
  2. Il puntinismo è di difficile realizzazione se si pensano ai minuscoli puntini tracciati da Seurat e Signac. Dipingere tondo però è bello: tondo come una patata, tondo come una carota tagliata, tondo come lo stampino di un biscotto, tondo come una pallina da tennis che lascia anche la striscia.
  3. C'è poi il collage, realizzato in tanti, tantissimi modi e qui il segreto è il riciclo: riutilizziamo pezzi di varie carte, da tagliare, strappare e incollare. Però voglio proporre anche un punto di vista alternativo. Conoscete Daniel Spoerri? E'un artista svizzero, famoso anche per aver pensato di assemblare oggetti di vita comune in composizioni che sembravano prendere vita. Ecco che mi viene allora in mente una selezione di oggetti naturali raccolti in giardino, attaccati su un cartellone oppure installati su un piano di creta. Mi vengono anche in mente piccoli oggetti di tutti i giorni messi a disposizione per creare composizioni di questo tipo: scatoline, chiavi, pezzi di stoffa.
  4. Lo scarabocchio è il tratto grafico che contraddistingue l'età sotto i tre anni e come accennavo prima, l'artista che sembra più avvicinarsi a questo stile è proprio Mirò, che oltretutto utilizza anche forme geometriche semplici e pochi colori, di solito primari. Osservare i dipinti, mettere a disposizione ii colori e poi lasciare piena libertà agli scarabocchi è di per sè la prima esperienza artistica che un essere umano può realizzare.
  5. La pittura materica è quella che ha spessore, che rende il dipinto un po'tridimensionale. Osservate bene i quadri di Van Gogh e vi accorgerete che la pittura non è stesa uniformemente, ma in alcune zone è più spessa, più rugosa, c'è più "materia". Per ricreare lo stesso effetto, le modalità sono tante: si può lanciare la tempera con un cucchiaino o con il pennello stesso per lasciare macchie più consistenti, oppure si possono usare spatoline o forchette per "raggruppare" il colore in alcune parti rispetto ad altre.
L'arte allena il cervello al decentramento, a mettersi nei panni dell'altro ed è un atteggiamento da assumere sin dall'asilo nido e da rinnovare fino a quando si è adulti. Ogni volta che si osserva un'opera è come viaggiare con gli occhi del pittore e apprezzare ciò che ha reso grande il nostro Paese nel mondo è una scommessa per il futuro.

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