domenica 27 aprile 2014

Educare è fare politica: l'esempio di Don Lorenzo Milani

In quanto alla loro vita di giovani di domani, non posso dire ai miei ragazzi che l'unico modo di amare la legge è di obbedirla. Posso solo dir loro che essi dovranno tenere in tale onore le leggi degli uomini da osservarle quando sono giuste (cioè quando sono la forza del debole). Quando invece vedranno che non sono giuste (cioè quando non sanzionano il sopruso del forte) essi dovranno battersi perché siano cambiate.(da Lettera ai giudici)
Don Lorenzo Milani (1923-1967), il priore di Barbiana, il prete scomodo: comunque lo vogliate chiamare, è stata una figura fenomenale nella pedagogia italiana del Novecento. Personalmente, mi ha aiutato a capire un concetto che proprio non riuscivo a mandare giù. "L'educatore è soggetto politico" recitava il mio manuale di pedagogia generale e io proprio non capivo perchè, convinta dell'importanza della neutralità, per non influenzare i bambini. Che poi, mi chiedevo, io voglio lavorare in un nido, mica spiegare ad una classe la Seconda Guerra Mondiale?

Ecco leggendo Don Milani, ho capito che mi sbagliavo di grosso. Chiunque voglia educare deve prendere una posizione, senza esonerarsi da responsabilità. Deve essere un esempio di cittadino politico nel senso greco della parola: deve essere un uomo del suo tempo e del suo territorio, partecipando attivamente alla vita della sua comunità.

Questo non significa essere di destra o di sinistra o di qualsiasi altro partito: questa è un'altra faccenda. Significa essere portatori di un atteggiamento, curioso e interessato nei confronti del luogo in cui si vive, delle persone che si stanno intorno, di denuncia nei confronti di soprusi. E'quell' I CARE, che lui tanto professava, quel prendersi in carico, riservare cure e voler bene alla propria nazione e ai concittadini. 

E'una lezione trasversale, che passa per tutti i gradi scolastici e sicuramente è un bell'insegnamento anche per gli adulti: non si vivrebbe meglio se tutti evitassimo di dire "non mi interessa"?!

Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne tutti insieme è politica. Sortirne da soli è avarizia. (da Lettera ad una professoressa)

Nessun commento:

Posta un commento