lunedì 27 ottobre 2014

Educatore è anche animatore?

La domanda è un po'una provocazione per riflettere su un aspetto della nostra professionalità, che secondo me, è necessario nella vita quotidiana al nido. Sebbene nei testi universitari, le figure di animatore e educatore venissero tenute ben distinte, lavorando da tempo, mi sono accorta che non è poi così vero.

L'animatore ha assunto col tempo una connotazione un po'negativa e fa venire in mente quei ragazzi abbronzati dei villaggi Valtour, che saltellano cantando per 20 ore al giorno. Senza niente togliere a un qualsiasi mestiere, viene naturale pensare che non abbia niente a che fare con un contesto delicato come quello del nido.

Eppure l'animatore ha avuto origini ben diverse ed è nato nel settore dell'extra scuola, senza finalità di puro divertimento: è lì che risiede la voglia di educare anche in contesti diversi dalle istituzioni scolastiche, magari con metodologie meno istituzionali.

Però devo dire che in alcuni momenti io mi sento un po' animatrice ed è un lato della professionalità che devo migliorare, perchè viene fuori la mia proverbiale timidezza. Nei momenti di attesa, si devono intrattenere i bambini e ci sono quei momenti in cui si canta, si usano le scatole narranti, si fa il gioco delle scatoline. In questi casi, le competenze di animazione sono utili per sostenere il nostro agire educativo.

Riuscire a catalizzare l'attenzione con la voce e con il corpo, tenere vivo l'interesse di un gruppo di bambini, presentare al meglio quello che si sta proponendo sono operazioni efficaci quanto la strutturazione di un'attività più complessa. Certo è che è necessario trovare il giusto equilibrio: strafare è sempre deleterio. L'esagerazione lasciamola ai dipendenti Valtour! ;)

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